venerdì 27 maggio 2011

... e sottolineo se...


Quello che vedete qui sopra è un pezzo un pò vecchio che ho fatto per un mostra-concorso tenutasi in Papua Nuova Guinea, e precisamente nell'isola di Bougainville: il tema era " A mezza via tra fumetto e poesia" (la rima era fortemente voluta) e in quell'occasione ottenni una menzione speciale della critica per aver centrato in pieno il concetto... peccato solo che la poesia non fosse mia e questo mi tagliò fuori dalla premiazione.
Aveva organizzato tutto Giulio Ascari, che millantava conoscenze in loco, avendo preso parte, a suo dire, all'Esercito Rivoluzionario per la Proclamazione della Repubblica Indipendente di Bougainville, a cavallo tra il 1989 e il 1990; asseriva inoltre di esser stato nella costituente quando, nel maggio del 1990, fu proclamata l'indipendenza.
Fattosiè che a tutti i finalisti venne offerto un viaggio-soggiorno nell'isola: la posta in gioco era golosa e fummo in molti a partecipare, nonostante la quota di iscrizione suonasse abbastanza onerosa (150.00 kine papuane che poi al cambio locale non ricordo bene quanto fosse ma comunque un giro in risciò ci usciva sicuro, e forse anche più).
La gabola, già peraltro collaudata più e più volte dal vecchio Ascari, era quella di far fare le vacanze a moglie e figli, facendoli partecipare al concorso e passandoli in finale ovviamente avendo in mano i giurati, reclutati tra alcuni aborigeni australiani, giunti li per una gara di piroghe. Non entro nel dettaglio della faccenda ma era uno strano giro di fondi e sovvenzioni delle Nazioni Unite per la cultura che Ascari riusciva, con qualche alchemico stratagemma, a manipolare alla grande. Posso parlare tranquillamente dei suoi raggiri perchè intanto non lo prenderanno mai e lui stesso li racconta spesso e volentieri.
Sempre generosissimo, pensò anche agli amici e in molti finirono in finale (e quindi in vacanza):
Loiacono con tre tavole, della sua storia d'amore con la compagna di banco al liceo, tale Irene, testi in endecasillabi dal titolo: "l'ultima campanella"; l' Ernestina che presentò una tavola autoconclusiva dal titolo: "l'ascensore di casa mia", chiaro omaggio alla ben più celebre "l'ascensore di Castelletto" di Caproni; il Bottazzi, con una tavola a tutta pagina dal titolo: "per chi sogna la campagna", ode bucolica di un impiegato che molla tutto e apre un agriturismo; Cortone, con "acquerelli di guerra", 2 ermetiche vignette sulla vita di Ungaretti in trincea.
Io mi arrangiai con l'amico Baglio che aveva un carico non troppo legale da far affondare per non so più quale assicurazione e raggiungemmo gli altri con un vecchio peschereccio.
La sera della premiazione coincise con la gara notturna di piroghe: vinsero gli aborigeni della giuria; poi cena grigliata sula spiaggia, balli e musica fino al mattino. Tutto bene senonchè il Bottazzi volle a tutti i costi improvvisarsi ballerino e invitò a danzare le due samoane che io e Loiacono stavamo corteggiando. Con l' eleganza che lo contraddistingue scontrò una serie di fiaccole che, cadendo, carbonizzarono gli originali dei finalisti.
Il mio invece non lo trovo più, mi sa che l'ho dimenticato a Bougainville... una volta o l'altra vado giù a recuperarlo...