domenica 21 aprile 2013

Appunti dal tempo passato: 2766 ab Urbe còndita





Un tizio di mia conoscenza che viaggia nel tempo mi ha riferito che nel 2247 questo blog sarà ancora attivo. Non sarò certo io a postare, figuriamoci, ci sarà qualche mio pronipote o forse un clone, semprechè nel frattempo qualcuno non abbia scoperto qualche stramba formula per allungare la vita. Anche se così fosse, piuttosto che scribacchiare davanti ad uno schermo, probabilmente credo che me ne andrei a giocare in qualche idrocampo di bocce subacquee o a coltivare criopomodori e bietomelanzane nel mio personale aereorto, che sicuramente avrò. 
Comunque, in quel lontano 2247 ci saranno grandi festeggiamenti per i 3000 anni dalla fondazione di Roma, la città eterna sempre più eterna.
Ammesso che, in questa manciata di secoli, i cinesi non l'abbiano comprata o conquistata (che poi spesso è la stessa cosa) e ne abbiano fatto un enorme negozio di pianelle intergalattiche per tutti i mari del cosmo e cianfrusaglie varie...
Per ora, vivo e vegeto, mi limito a festeggiare i 2766 anni della Capitale, che non sono certo pochi, nonostante bombe, guerre e politicanti vari.
Ma la voglio ricordare a mio modo, come era un tempo ormai andato, quando era caput mundi e, tanto per dire, al di là del Vallum Adriani pasteggiavano a ortiche e nebbia.
Per rievocare quel lontano 21 Aprile del 573 a.C. riproporrò qualche tavola della mia guida turistica "Roma antica a fumetti": solo alcune tra quelle che reggono ancora il passare del tempo perchè ormai un lustro bello preciso le ha impolverate e io, in questi pochi anni, mi son dato da fare e sono cresciuto.
Imponderabili calcoli astrologici occorsero al buon vecchio Lucio Taruzio per accertare la data di fondazione della Città che l'amico Marco Terenzio Varrone riportò nei suoi scritti; a me sono servite riga, squadra e matita, pennello e pennarelli per cercare di illustrane dignitosamente una piccola parte.