domenica 16 dicembre 2012

I TURISTI DEL TEMPO! ...Roma in vespa e contromano...


Siete in partenza per un romantico fine settimana nella Città Eterna, ma non avete idea di come fare per rendere indimenticabile il vostro soggiorno? I vostri figli hanno sete di cultura e si sono giustamente stancati di obsoleti marchingegni elettronici che nulla fanno per le loro giovani menti, se non rattrappirle e consegnarle ad un ineluttabile aridità cerebrale? Volete far sfoggio di erudizione e competenza con gli amici del bar, snocciolando aneddoti e curiosità tra un cordiale e un biancamaro, e dare così un senso ad un'intera giornata? Volete riscattare la vostra nomea di ultimo della classe e obbligare l'insegnante di storia e geografia a tenersi nella biro quel 4 che vi ha sempre appioppato e cambiarlo con un imprevedibile 7 all'8, che fa sempre la sua bella figura?

Niente panico! Da una manciata di giorni è in vendita la mia ultima (ma solo in ordine di tempo) guida turistica a fumetti, scritta, disegnata e colorata da me medesimo, dal titolo: "I turisti del tempo: Roma nascosta", edita dalla lungimirante casa editrice Vision.
Potrete altresì rinfrescare l'idioma estero che, dai tempi della scuola, resta sopito in un remoto angolo della vostra memoria leggendo la suddetta in inglese, spagnolo, tedesco e francese! 

Il tutto per soli 5 euro!!!




"Mai il passato è stato così presente e il futuro...sotto un semaforo! Mai un viaggio nel tempo è stato così necessario e se leggerete la guida del Tavo capirete perchè!
Mai, e ribadisco mai, la polizia municipale è stata così inerme, attonita e impotente davanti, anzi dietro, ad un monocilidrico che ha portato l'Italia a spasso per più di sessant'anni!"
Non sono parole mie, queste, ma di Gino, il mio barista di fiducia, che l'altra sera, perorando il mio operato da dietro un bancone gremito di fluttini e boccali, ha voluto chiosare a modo suo la presentazione non ufficiale della mia ultima fatica fumettistica (in cambio, ovviamente, di 10 copie autografate che rivenderà a prezzo maggiorato, agli avventori del bar).
Detto tra noi, Gino da il meglio di sé alla seconda media chiara, ma, se arriva alla quarta, annichilisce anche l'oratore più scafato, l'avvocato più consumato.
Ringraziando sentitamente tutti gli amici intervenuti, tralascio per il momento i dettagli della serata perché non è questa la sede opportuna e passo speditamente a tratteggiare un piacevole sunto sul fumetto in questione, riportato anche sul ciclostilato del mio quariere, oltre che dalle maggiori testate giornalistiche del settore.

Ascanio Wells, scapestrato cronoviaggiatore, insieme al gatto Cicerone, millenario felino e memoria storica della Capitale, vi accompagneranno in un rocambolesco tour che toccherà alcuni tra i monumenti simbolo di Roma, in sella ad una vecchia vespa adibita a sidecar che tanto vecchia poi non è perché arriva...dal futuro!
Colosseo, Piazza Navona, Castel Sant'Angelo e Pantheon: sono solo alcuni tra i luoghi storici che, se mi passate il gioco di parole, hanno fatto la storia della Capitale e di cui conoscerete curiosità sepolte tra le pieghe del tempo, spesso dimenticate dalla sciatteria dell'essere umano ma riportate in queste pagine più vive che mai per rientrare a far parte della nostra cultura popolare. 

Se qualcuno, tra chi mi conosce, notasse qualche mia somiglianza nelle fattezze di Ascanio Wells... bè, ha fatto centro! Come si dice in questi casi, ci ho messo la faccia!

La presentazione ufficiale è prevista per il prossimo futuro e, nello specifico, a Gennaio. In questa sede vi sarà anche il lancio di un tour promozionale, ideato in accordo col mio editore. Chi avesse piacere, potrà vivere a pieno l'itinerario che la guida propone, sfrecciando per i vicoli di Roma a bordo di una vespa sidecar guidata da me personalmente. Ciò avverrà se e quando quel gran genio dell' Armando, meccanico ed amico, riuscirà ad approntare le dovute modifiche alla mia TS 125 del '76. Ve lo dico sin da ora: le multe sono a carico vostro.


Nel frattempo, chi volesse acquistare "I turisti del tempo: Roma nascosta" può farlo direttamente sul sito della Vision, nei Book-shop museali e di siti archeologici, nonché nelle migliori (ma un pò tutte, in fondo) librerie della Capitale. Se qualcuno di voi si trovasse per caso a passare da Stoccolma, dovrebbe riuscire a trovarne qualche copia in vendita allo Stockholms stadhus, il Municipio presso il quale si consegnano ogni anno i premi Nobel. Ma dovete chiedere all'usciere che li vende sottobanco e non so che prezzo vi fa...
Per quanto riguarda la distribuzione locale (Genova e zone limitrofe), come sempre in questi casi, provvedo io! Sicché vi basterà contattarmi su questo blog o all'indirizzo mail in sottoimpressione:
Consegna a domicilio...in vespa!

Tavo-il cronoviaggiatore che aspettavo

P.s.: non compratela da Gino perché è capace di mettervela a 7 o 8 euro...adesivo-omaggio a parte e consumazione obbligatoria!




sabato 8 dicembre 2012

Poltronissima all' Happy Charlie






Qualche giorno fa stavo scrivendo un soggettino per un fumetto che penso non disegnerò mai perché di una tristezza immonda. Deciso come non mai a dare un senso alla giornata e, nello specifico, al pomeriggio, scesi giù a pendermi un caffè, al mio bar. Ero lì che contavo due balle a Gino, il barista, quando sento una voce  provenire dal biliardo: "Vai a farti il giro dei mischi, Tavo! Tu e quel catorcio di vespa che ti ritrovi!"
Era la roca voce di Armando: la mia vespa si trovava parcheggiata da ormai due mesi nella sua officina, forse anche pronta a ripartire, anzi sicuramente, perché quello squadernato di un meccanico ha un debole per le vespe ma non per gli insolventi come me. E siccome mi ritrovavo ad attraversare un periodo di congiunture sfavorevoli per il mio portafoglio, avevo deciso che per un po' mi sarei tenuto in forma girando a piedi.
"Ma mica sono alle Hawaii, a dondolarmi su un'amaca!" gli faccio io, guardandolo torvo da sopra le spalle. E l'Armando, tra un filotto sbagliato e un sorso di birra, replicò: "Vorrei ben vedere! intanto, però, stai qua al bar e non a lavorare... E poi, cerca almeno di rispondere ai messaggi, sennò finisce che quel rottame me lo rivendo pezzo per pezzo, intesi?". La velata ingiunzione di pagamento dell'Armando mi fece ricordare che, per qualche arcano motivo, il mio telefonino era inabilitato a qualsiasi tipo di comunicazione.

Uscito dal bar, alzai il bavero, mi calai il berretto in testa e presi un carruggio che mi avrebbe portato in centro per cercare di risolvere la questione con la compagnia telefonica: la speranza era quella di non dover cacciar soldi che non avevo. Chi vive sperando muore cantando ma il mio cellulare sarebbe stato muto almeno fino al prossimo stipendio. Il che mi portò a passare dal negozio dove, di recente, ho iniziato a lavorare come grafico-tuttofare e, anche se era il mio giorno libero, entrai a dare un saluto a quel buon diavolo del Giancarlo, il proprietario della stamperia genovese in questione che ha avuto il coraggio di assumermi. Mentre stavo trafficando nel retrobottega, entrarono due clienti disquisendo di pigiami, accappatoi e t-shirts; la voce di uno dei due non mi suonava nuova e sembrava fatta apposta per cantare dentro ad uno smoking, illuminata solo da un occhio di bue, dietro un pianoforte a coda, lungo e nero, in un night, sopra un palcoscenico o in alto mare. 
Diciamoci la verità: Genova, città di una certa importanza, spesso latita nel panorama dello spettacolo, ma è sicuramente in primo piano a livello europeo, anzi, in cima alla classifica, per la coriacea presenza di anziani: di ragazzi del '99 magari non ce ne sono più molti ma tanti sono ancora quelli che hanno vissuto l'infanzia al di qua della linea gotica. Le due cose potrebbero considerarsi rispettivamente effetto e causa ma, nonostante ciò, talvolta qualcuno passa anche di qua. E infatti, la voce entrata un momento prima in negozio, era quella che la sera stessa avrebbe cantato al Carlo Felice. Non portava l'impermeabile e nemmeno lo smoking, ma un semplice maglione con sopra una giacca, di quelle con le toppe ai gomiti, ma elegante, di velluto maron e pantaloni grigio scuro. 
Paolo Conte stava commemorando il suo cane Nelson, andato a scorrazzare in qualche Africa, su una pista di elefanti o perso in qualche nebbia di acqua e anice, o magari in Sud America e comunque fuori da questo mondo, ormai da due anni. Michele, l'amico che lo accompagnava, non tanto disinteressatamente in quanto suocero di Giancarlo, cercava di convincerlo a optare per una più sobria maglietta ma il cantautore astigiano era irremovibile nel volere il suo quadrupede stampigliato su un pigiama, azzurro, con bordini blu navy, di quelli che porta mio padre e che, prima di lui, portava mio nonno. 
Con la gioia di un bambino che ha appena vinto una gara di biglie in spiaggia quando in premio c'è una bella cedrata fresca, feci capolino dal retrobottega e salii in cattedra, o meglio, mi appoggiai al bancone: carta e matita alla mano, iniziai a scarabocchiare qualche bozza circa la possibile composizione della stampa, seguendo il profilo canino di una foto di Nelson che il cantautore portava sempre con se nel portafoglio, come si fa coi santini. 
Finito il disegno, volli esternare la mia ammirazione al cantautore: "Signor Conte, volevo farle un "in bocca al lupo" per stasera... i suoi pezzi accompagnano la mia vita da un bel pò ed era mia intenzione venire ad ascoltarla ma, in questo momento, mi vedo costretto a desistere perché le serrande del Carlo Felice, per me, sono più abbassate di quelle del Mocambo, non so se mi spiego... Comunque, come si dice in questi casi, ad maiora!" 
"Senti figliolo, facciamo una cosa: prova a passare dagli accrediti verso le otto e vediamo che si può fare… non ti prometto nulla ma è capace che un posto per te lo rimedio! Come hai detto che ti chiami?" "Maurilio Tavormina, per gli amici Tavo."
"D'accordo Tavo. Alle otto allora!"
Ero rimasto a corto di parole ma provai ugualmente a cavarne fuori un paio di circostanza, si deve pur dire qualcosa in questi casi. Avrei potuto dirgli di quanto La fisarmonica di Stradella suonasse nella mia mente il ricordo di una notte in macchina con una ragazza di un pò di tempo fa; o parlare del pullman in gita, alle elementari, che suonava Azzurro, anche se cantata da Celentano, e di come quella fosse la prima canzone di cui avessi memoria; avrei anche potuto confessargli di tutte le volte che mi son sentito naufrago mentre le ragazze che desideravo ballavano con altri o raccontargli di quella volta che sono entrato in un locale notturno che sembrava uscito da Boogie Woogie, cassiere e coccodrilli compresi. Di tutte queste ed altre cose, l'imbuto del mio cervello consegnò alla voce un tiepido: "Bè allora grazie signor Conte!"
"Ringrazia Nelson... quel cane ha un cuore d'oro anche da morto: ha gradito il ritratto che gli hai fatto, garantito al limon." 
Mentre Giancarlo impacchettava il pigiama stampigliato, un lampo di genio balenò all'improvviso nell'azzurro della mia mente: scaricai da internet una bella foto di una Topolino Amaranto, la virai a seppia e la stampai su carta fotografica. 
"Signor Conte, le chiedo ancora una cortesia: potrebbe gentilmente scrivermi due righe su questo foglio?" 
"Sicuro figliuolo, cosa vuoi che ci scriva?" 
"Metta pure: Ad Armando, ricordando Marisa, La Wanda e quel tamarindo sul bovindo!"
"Mi piace, ha una sua musica, bravo ragazzo…ma non ti chiami Maurilio, per gli amici Tavo?"
"Si ma quello che tiene in ostaggio la mia vespa si chiama Armando, fa il meccanico e, se mi riesce il colpo, questa sua dedica può riscattare la mia due ruote..." 
Da sempre, infatti, Armando millantava senza ritegno di aver riparato, in una nebulosa quanto improbabile gioventù, le macchine di personaggi famosi, da Gassman a Rita Pavone, nessuno escluso. Una volta, a suo dire, era passato dalla sua officina anche Guttuso che, durante una vacanza in Riviera per dipingere palmizi dondolanti, ebbe un problema alla coppa dell'olio della sua Giulietta e, come pagamento per la riparazione, gli promise un quadro, per altro mai pervenuto. 
"Grazie ancora Signor Conte!"
"Paolone, per gli amici solo Paolone e... zzazzarazzà!
"tudap tudap Paolone, sempre in gamba!"

Intero notte, Foyer dell'Happy Charlie. 
"Buonasera, ci dovrebbe essere un biglietto a nome Maurilio Tavormina..." 
"Un attimo che controllo…mi dispiace non ci risulta." 
"Capisco, non importa. Grazie lo stesso e buona sera."
D'altro canto, aver scambiato quattro chiacchiere con Paolo Conte era già abbastanza per me, anche se in pochi ci avrebbero creduto... molta gente non è più abituata a sognare. 
Poi, calandomi il berretto per uscire, ebbi una pensata e tornai dalla signorina degli accrediti.
"Scusi signorina, gentilmente potrebbe controllare se c'è un biglietto a nome Tavo?"
"Ora vediamo..." La smorfia era del tipo: mi stai facendo perdere tempo.
"...Poltronissima, fila 5 posto 16. A lei e buon divertimento."
"Zzazzarazzà!"







giovedì 1 novembre 2012

mercoledì 10 ottobre 2012

lunedì 24 settembre 2012

Due estati fa...

...quando l'avventura chiama!


domenica 9 settembre 2012

Un'estate fa...

...una gran bella avventura...



sabato 24 marzo 2012

venerdì 23 marzo 2012

giovedì 22 marzo 2012

80 - fantasia

Ieri non ho postato. Mi trovavo in alto mare, onda su onda, letteralmente. E si che l'avevo pur vista, salendo su per la scaletta, quella ruota un pò a terra, una di quelle del carrello dell'aereo che dalla Spagna mi avrebbe dovuto riportare a casa. Ma dopo di me salirono molti altri viaggiatori e di lì a poco si sentì uno scoppio, l'aereo si inclinò su un lato e parte del carrello si conficcò nell'asfalto della pista. Nel discendere dall'apparecchio mi offrii di cambiare la ruota: so cambiare quella di una vespa e, siccome il suo blocco-motore trae origine dal motorino d'avviamento degli apparecchi Piaggio durante la guerra (questa è storia non è leggenda…e comunque io credo nelle leggende!), per la proprietà transitiva dell'uguaglianza avevo le giuste competenze. Non vado ancora molto forte con lo spagnolo, probabilmente i tecnici non mi capirono e fui bruscamente allontanato… ma avrei voluto proprio vedere che tipo di crick usano per gli aerei. Eravamo proprio in fondo alla pista e assai distanti dal terminal quando la gomma scoppiò sicché, mentre i tecnici erano li a riparare, qualcuno tirò fuori un pallone. Facemmo due porte con i bagagli a mano, come si usava fare ai giardinetti con le cartelle, e la pista d'atterraggio divenne campo da calcio. La cosa non durò molto perché vennero a prenderci con quegli autobus-navetta. Saliti che fummo, quattro indipendentisti di non so più quale nazione (ma penso fossero baschi…si intuiva dal copricapo) presero il comando del mezzo e adattarono il loro progetto di dirottamento dall'aereo al bus navetta. Alcuni dei passeggeri vennero fatti scendere al primo autogrill, giusto per alleggerire il peso. Bisogna dire che, durante la partita di pallone sull'aviocampo avevo fatto un gol di rovesciata proprio ad uno di loro e, in quanto agli altri, li avevo ridicolizzati con qualche dribbling e un paio di rabone; fu per questo che mi tennero come ostaggio, a me e al resto della mia squadra. All'altezza del secondo autogrill sull' autovia Valencia-Barcellona, dato che scappava da pisciare pure al conducente (era un dirottatore d'aerei mica di autobus), ci fermammo per una sosta. Di birra e Camogli neanche a parlarne, si capisce, anche perché non eravamo in Italia, però tanto di cappello ai baschi che ci permisero di evacuare eventuali bisogni, ovviamente scortati uno per volta. A scortarci al bagno era sempre lo stesso dei quattro e, dato che l'operazione durò una buona oretta, fu inevitabile per lui incontrare una vecchia conoscenza, al bar. Era la sua ex-moglie, accompagnata da quello che un tempo aveva posizionato sotto il suo basco un ben più vistoso copricapo, modello Alce-Granturismo…L'inevitabile scena madre che ne seguì mi diede modo di prendere un passaggio al volo da un gruppetto di hippy che giravano su una vecchia 127 che, a sua volta, trainava una fatiscente roulotte rossa…da non confondere con la roulette russa che è molto più pericolosa e pure fastidiosa, specialmente la notte. Erano le quattro del pomeriggio e io sarei dovuto essere a Genova già da un pezzo, invece mi trovavo ancora a Barcellona, al porto. Gli hippy, una volta sganciata la 127, si misero ad armeggiare con la roulotte e, in capo ad una buona mezz'ora, la adibirono a canotto-anfibio: erano pronti per il loro giro del Mediterraneo in trenta notti. La questione era battere il record dell'estate scorsa del Professor Erminio Strandberg, di origini italiana ma di madre cilena, che circumnavigò il Mediterraneo in 50 notti e due giorni( aveva conosciuto una ragazza a Cipro), a bordo di un Ape Cross opportunamente elaborata e sistemata su un pedalò. Mi imbarcai con loro facendomi però promettere che saremmo arrivati a Genova prima di mezzanotte, per darmi il modo di postare il disegno giornaliero in tempo. Alle 20.00, con le luci di Nizza che barbagliavano dalla costa, a uno di questi squadernati venne in mente che non si era varata la nave. Obbiettai che quella non poteva considerarsi nave ma, tempo mezz'ora, eravamo al bancone di una bar per ordinare un bitter e usare la bottiglietta per il varo. Mentre mi stavo chiedendo perché mai servisse proprio una bottiglia di bitter (e invece, chessò, una di campari) e perché poi i rimastoni non ne tenessero nessuna delle due sulla roulotte rossa, mi ricordai della pennetta usb e di alcuni disegni che avevo salvato li dentro. Nella disperata corsa alla ricerca di un internetpoint, mi ricordai inoltre della mio gol di rovesciata e del tizio che vidi, con la coda dell'occhio, mentre esultavo, raccogliere qualcosa per terra. Tornai di corsa al bar ma non trovai nessuno: erano partiti senza di me! Era un affronto che non potevo davvero accettare! chiesi un passaggio ad un peschereccio ritardatario che salpava in quel momento e li raggiunsi. L'arrembaggio fu istantaneo, i pescatori marsigliesi (non erano di Nizza, la loro barca era di Nizza ma loro no) sapevano il fatto loro e gli hippy furono abbandonati al largo di Laigueglia. Salutai i pescatori marsigliesi poco dopo, lasciandogli tutto il contenuto della roulotte rossa (loro avrebbero saputo che farne…) e io ne divenni il capitano. Era mezzanotte quando arrivai in vista di Genova e realizzai che non sarei riuscito a postare il mio disegno giornaliero.
Ora vi posto questo breve resoconto dal computer di una ragazza che ho conosciuto qui, a Cipro.

Petroliera al largo della costa cipriota (penna biro su carta)

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