mercoledì 30 marzo 2011

...e i cavalli via che partono!


China e acquerello 5 x 2 metri circa... Questo che vedete è un bozzetto che ho fatto tempo fa, commissionatomi dal circolo ippico "quelli della staffa", gestito da un gruppo di ex-alcoolisti anonimi della bassa padana, tra Broni e Voghera, se non ricordo male. In realtà il suddetto doveva servirmi da riferimento per la messa in opera di un murales da realizzare lungo il bancone del bar del circolo dove, per ovvie ragioni, si sarebbero serviti solo caffè, crodini, spume, panini, tramezzini e patatine. Modestamente, mi ero aggiudicato la realizzazione del progetto vincendo un concorso indetto da "quelli della staffa" e superando i lavori presentati da quasi un centinaio di partecipanti al certamen!!! Quasi dimenticavo di aggiungere che l'auriga con biga faceva parte di un trittico e quindi l'opera finale sarebbe stata composta da ben tre bighe per un totale di 12 cavalli... praticamente una scuderia! Comunque tra i perdenti chi rosicò di più fu Cortone Luigi, acquerellista, che aveva presentato un "cavalli e polvere" niente male, di ambientazione western dal forte impatto ma priva di slancio e dinamismo, francamente. Il capitano di lungo sorso Ermete Baglio, invece, optò per un'interpretazione decisamente marinaresca e presentò il suo "cavalloni", una serie di onde incise sull'ardesia... ambizioso quanto incompreso.
Fu proprio lui che, il giorno dell'inaugurazione del circolo, nonchè dell'inizio dei lavori al bancone, si presentò già oltremodo alticcio e con sottobraccio una cassa di Porto d'annata... Quelli della staffa, sdegnati e risentiti, andarono su tutte le furie (infatti proprio così avevano chiamato i loro cavalli: furia I, furia II, furia III e così via...) e ci cacciarono a scudisciate; a nulla valsero gli inviti alla calma dell' Ernestina che, salita al volo su un bardigiano (furia VII), si diede alla macchia.
Della cassa di Porto e dell'originale del mio bozzetto non ne seppi più nulla ma il capitano, per sdebitarsi del mancato guadagno, mi prestò il suo rimorchiatore per un mese.

sabato 12 marzo 2011

GOLEADA BRASILERA!


Tempo fa, l'università della terza età di San Salvador di Bahia, corso di lettere moderne, mi richiese un lavoro da inserire in una collettiva a tema "un calcio alla cultura", parte finale di una ricerca, tenuta dalla suddetta, su come è percepita, al giorno d'oggi, la voglia di conoscenza e di sapere. L'organizzazione fu curata personalmente dal docente del corso, il prof. Frenk Von Hoppeneimer, olandese trapiantato in Brasile, nostalgico dell' Arancia Meccanica di Cruijff e di quando il calcio era solo calcio. La mostra si concluse con un' amichevole a 7 Italia-Brasile, giocatasi nel campetto in terra battuta dell'oratorio di San Ispirasao de Saudagi-Corcovado, santo locale. La formazione italiana: Baglio in porta, Ascari (specialista di collage) e Bottazzi difensori, io e Loiacono fasce fluidificanti, Cortone l'aquerellista a centrocampo e come punta l'oriundo Zelio Sisto Sebastao detto Zesè; allenatore, o meglio allenatrice, Ernestina Fumagalli. Nonostante l'arbitraggio del prof. Von Hoppeneimer, smaccatamente partigiano verso la squadra di casa, riuscimmo a battere il Brasile ai tempi supplementari, con una pennellata nel set da fuori area di Cortone, che da ragazzo aveva giocato in seconda categoria. 
Gli originali sono stati scambiati con quelli della squadra avversaria come gesto fraterno, a fine partita.
La sera, alla festa, il prof. Von Hoppeneimer, visibilmente sbronzo, tenne banco con le sue teorie sul calcio totale e i mondiali del '74  ma solo l'Ernestina rimase ad ascoltarlo rapita mentre le lampadine delle luminarie dondolavano e dondolavano.